Come affronti oggi i cambiamenti e le nuove sfide?

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Come affronti oggi i cambiamenti e le nuove sfide?

“Buona vita”. Marina Salamon conclude così il nostro dialogo. Con un augurio molto naturale, spontaneo e sorprendente. Effettivamente, ascoltandola, emerge una personalità forte, amante della vita in tutte le sue sfaccettature: dall’entusiasmo del condurre un’impresa da lei fondata a soli 23 anni, alla gioia del crescere 5 figli. E dunque Marina non può fare altro che augurare a chi l’ascolta una vita “buona”, cioè utile e ricca di opportunità per conoscersi, mettersi in discussione e dare forma alle proprie idee.

Marina Salamon non ha bisogno di presentazioni, o meglio, di lei si sanno tante cose. Basta digitare il suo nome su Google e subito vi vengono proposti diversi articoli, video, addirittura una pagina di Wikipedia. Imprenditrice, mamma, amante della natura: “Amo le nostre aziende, ho 4 figli (più 1 in affido) e ho 8 cani, e la sera ho bisogno di poter osservare le stelle e la luna”. Ascoltandola parlare è possibile percepirne la classe, l’intelligenza, la creatività, il coraggio e i profondi contenuti.

Appena terminata l’università (laurea in Storia a Venezia), dopo aver provato a fare la giornalista e la ricercatrice, decide di giocare la propria partita personale fondando Altana, azienda specializzata nella produzione di capi d’abbigliamento. E dopo Altana si implica in diverse altre esperienze, transitando anche su settori differenti. Nei quasi 40 anni di intenso lavoro Marina ha dovuto creare, vendere, convincere, ristrutturare, sacrificarsi per i figli, reinventare e affrontare un mondo in continuo cambiamento.

A Marina abbiamo chiesto di aiutarci a capire quali sono le nuove sfide professionali e personali, i passi a cui siamo chiamati oggi, a quasi 3 mesi dall’avvento dell’epidemia più dura che ha colpito il nostro paese negli ultimi 80 anni. 

“Guardiamo con lucidità a un orizzonte più ampio che non sia domani mattina. Interroghiamoci, facciamoci provocare da questa situazione. Per esempio, dove va il settore in cui sto lavorando? Quali trasformazioni sono in atto? Sto andando nella giusta direzione o devo avere il coraggio di capire che così non può funzionare? Dobbiamo avere il coraggio di modificare i nostri obiettivi o i modus operandi di sempre”. 

Oggi Marina si sta interrogando nel medesimo modo che ha fatto solo cinque anni fa quando ha dovuto prendere la dura decisione di rivedere alcuni processi produttivi di Altana, perché non particolarmente efficienti. Il Covid-19 non era ancora arrivato, ma la forza di mettersi in discussione le ha fatto prendere la dura decisione di ridurre le linee produttive, mantenendo solo quelle più redditizie e sane, a scapito di una rapida crescita del fatturato. Questa decisione ha significato dividersi dalla sua Amministratrice Delegata di allora, entrare direttamente sui processi produttivi, scegliere cosa interrompere e successivamente spiegare alle sue persone le ragioni di questa difficile scelta strategica. Marina ha dovuto affrontare direttamente “la ferita”, riconoscere dove erano stati commessi degli errori, con umiltà spiegare a chi le chiedeva ragioni, e infine, cambiare il consueto modus operandi. Dopo cinque anni da quella ristrutturazione, Altana è più sana e forte di prima. Questo non sarebbe stato possibile senza questo coraggio, questa onestà intellettuale, questa presa di consapevolezza e responsabilità. 

E oggi, in tempi di Covid-19, l’approccio di Marina è il medesimo. La circostanza sta chiamando ad un cambiamento di pelle, pone interrogativi che è impossibile evitare. E dunque? “In questo periodo ho studiato e sto studiando tanto – ci racconta. Significa che sto cercando di capire quello che sta accadendo nel mondo e nei mercati in cui operano le mie aziende. Studio macroeconomia, finanza, analizzo i trend principali partecipando ai Webinar di Goldman Sachs o di JP Morgan. Perché faccio questo? Perché mi sento come un cuoco che sa a memoria tutte le sue ricette, che ha sempre fatto molto bene il minestrone, ma oggi devo comprendere meglio le tendenze della cucina perché le persone preferiscono mangiare pesce o sushi. Devo capire dove va il mondo perché sono convinta che più andiamo avanti e più cambierà il modo con cui potrò raggiungere i miei clienti. Oggi infatti il tema per me più attuale nel fare impresa non è tanto quello del produrre, o meglio questo è il punto di partenza certamente, ma esistono tanti modi per farlo. Oggi è fondamentale focalizzarsi su come distribuisci ciò che hai prodotto. Cioè come raggiungi il tuo cliente. Perché non basta più fare solo la pubblicità, ma sarà necessario avere il controllo della distribuzione, di tutti i canali possibili”. 

Nel dialogo colpisce molto la concretezza degli esempi e dell’approccio di Marina nel rispondere alle numerose domande emerse. Per esempio, quando affronta il tema del fare impresa, del re-inventarsi una professione o del fondare una propria startup non tralascia il racconto della sua esperienza personale degli albori, sottolineando l’importanza del “mettere le mani in pasta”, del “lavorare sotto padrone”: in sintesi l’importanza di imparare un mestiere prima di pensare a perseguire instancabilmente il proprio sogno imprenditoriale. “Do assoluta precedenza al saper fare delle cose, cioè nell’aver contribuito al costruire qualcosa. Dunque sono contro le startup che non fatturano. Mi sottopongono tutti i giorni idee brillanti che richiedono finanziamenti, ma troppe volte incontro persone focalizzate sull’idea in sé piuttosto che sul saper fare, realizzare qualcosa. Il mio suggerimento è di misurarsi con il mondo “normale”, con il mondo del lavoro vero. Almeno, io ho fatto così: a Venezia in un’azienda di tessuti mentre studiavo, come volontaria nelle fabbriche di tessuti del varesotto, come commessa in un negozio di vestiti. Fate esperienze formative che vi diano tutti gli strumenti necessari a coltivare il vostro sogno. Si può diventare startupper a 30, a 40, ma anche a 50 anni. Non è mai troppo tardi, l’importante è aver messo le mani in pasta al fine di chiarirsi idee e modi.” E cita l’esperienza imprenditoriale di Giorgio Armani, ad argomentazione di ciò. 

Il fare esperienza sul campo sta al passo con l’impegnarsi in una formazione continua, cogliendo le innumerevoli opportunità messe a disposizione grazie anche alle nuove tecnologie. Marina cita diversi strumenti utili per continuare a formarsi, come Coursera (iniziativa nata da un consorzio di prestigiose università americane), seguendo i trend del proprio mercato: “Nel mio caso, per esempio, suggerisco caldamente di prepararsi e approfondire la gestione delle vendite tramite e-commerce, competenze oggi più ricercate che mai, ma allo stesso tempo mantenendo attenzione anche alla capacità di gestione di un negozio”. 

Ambizione e concreto realismo, genio creativo e formazione continua. La testimonianza di Marina ha portato alla luce elementi che potrebbero apparire contrastanti. Essi invece fanno parte di un unico bagaglio di esperienze che hanno costruito una donna la cui “buona vita” non ha risparmiato nulla, infondendole nel tempo la fiducia necessaria per affrontare questa nuova sfida.

Buon ascolto a tutti!


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