In questa situazione di emergenza COVID-19, cosa vuol dire rimettere in gioco tutto?

MeshArea Call #1

In questa situazione di emergenza COVID-19, cosa vuol dire rimettere in gioco tutto?

Fisico, innovatore, inventore, libero battitore, ma anche team leader, “spingitore di innovazione” (rubando una citazione al grande comico Guzzanti), uomo di relazione o semplicemente homo sapiens, come ama definirsi lui stesso. È questo che prende Massimo Temporelli un imprenditore speciale, diverso, curioso, rivoluzionario.

Abbiamo chiesto a Massimo di raccontarci come sta affrontando la crisi che stiamo vivendo in questi mesi, a causa della pandemia, obbligando migliaia di imprese a sospendere o rallentare le loro attività e milioni di persone a limitare i propri spostamenti isolandosi nelle proprie case.

Ho voglia di combattere la battaglia, perché molte cose me le dovrò riguadagnare”. Massimo usa queste parole per sintetizzare quanto sta vivendo, come imprenditore e padre di famiglia. Massimo ha la responsabilità di un’impresa, di una famiglia, di un gruppo di lavoro brillante, di progetti non sempre facili da spiegare perché nuovi e sorprendenti, ma questa crisi, che lo mette come tutti alle strette, lo stimola perché pare offrirgli una nuova occasione per rimettersi in discussione e rinnovare.

“La botta psicologica è stata forte, ma non posso non affermare che questo momento storico che stiamo vivendo possa, come tante altre crisi della storia dell’umanità, portare grandi opportunità”. Perché homo sapiens è colui che modella la realtà, facendosi provocare e sollecitare dagli avvenimenti, diversificandosi piuttosto che iper-specializzandosi, provando a generare valore passando da “0 a 1”. 

Attraverso The FabLab, Massimo promuove in tutta Italia, nelle scuole e nelle aziende le buone pratiche introdotte dalla cosiddetta quarta rivoluzione industriale. Il suo pane quotidiano è fatto di stampanti 3D, IOT, sensori, intelligenza artificiale, robotica, macchine a controllo numerico. Il suo obiettivo è quello di promuovere e facilitare la conoscenza di questi strumenti mettendoli al servizio “dell’umanità”. Questa mission abbinata alla sua “eccitazione per conoscere persone più brave di lui”, lo portano ad assecondare una sollecitudine nata durante un percorso formativo nelle scuole superiori bresciane. Una giornalista del Giornale di Brescia, lo informa che presso l’Ospedale di Chiari sono a corto di respiratori e dunque gli chiede se sia in grado di produrne altri attraverso l’utilizzo delle stampanti 3D. Detto fatto, opportunità colta. Il prototipo è pronto in pochi giorni, la rete FabLab di Milano e Brescia attivata, e circa un migliaio di nuovi respiratori vengono prodotti nel giro di qualche settimana. Successivamente, viene invitato anche a partecipare ad un progetto con Decathlon per modificare e introdurre un nuovo dispositivo su un particolare modello di maschera subacquea affinché possa essere messa a disposizione per la cura di malati non-gravi. Il progetto viene ripreso dai giornali in Italia e all’estero. 

Ecco un bell’esempio di cosa significa per Massimo essere imprenditore: cogliere le provocazioni della realtà, farsi incuriosire, dunque modificare ciò che si ha tra le mani al fine di generare valore, cioè qualcosa di nuovo al servizio delle persone e che possa facilitarne l’esistenza. “L’imprenditore per me è un acceleratore sociale e fa bene il suo lavoro non quando guarda solo al fatturato o ai numeri, ma quando ha come unico obiettivo il “benessere sociale”. Gate, Bezos, Jobs, Musk sono punti di riferimento per Massimo, non per il successo avuto, per i soldi fatti, ma per il metodo e il valore generato. Sono curiosi, “amano farsi contaminare, come accade in natura”, creano ecosistemi diversificati, simili e differenti allo stesso tempo. E alla lunga questo approccio paga nel fare impresa come nel costruirsi un percorso professionale, perché ti permette di resistere quando un servizio o un prodotto vanno in crisi, e di sviluppare e imparare qualcosa di nuovo quando le tue certezze vengono messe alla prova da un mondo in rivoluzione. 

Serve coraggio, serve audacia, è mio e nostro dovere mettere in campo queste due armi. È un periodo in cui tanti umani si possono dare da fare per riguadagnare il tempo perso e ridisegnare la società in cui siamo. È un bel momento storico, non perdiamo l’occasione, godiamocela”. 

Forse è proprio questo il messaggio che Massimo ci vuole dare: cambiare le nostre abitudini, le nostre buone pratiche, mettere in discussione le nostre certezze personali e professionali fa tremare le gambe, è vero, ma è l’opportunità per riguadagnare quanto forse stavamo dando per scontato e per generare valore in un modo fino ad oggi inimmaginato.


Scarica la presentazione

Talk correlati

Torna su